Spesso mi capita di incontrare degli strafalcioni grammaticali agghiaccianti.
Accusiamo o scagioniamo? Dipende. Sì, perché alcune volte succede che, per la fretta o per altri motivi, possiamo incappare in errori di carattere ortografico involontari e, allora, in questo caso, l’imputato viene scagionato per non aver commesso il reato grammaticale.
Il problema sorge quando l’errore è dato da una forma di lassismo e noncuranza e, lì, bisogna intervenire.
Partirei con i termini ‘’ in fondo ‘’ e ‘’ infondo’’, i cui significati vengono molte volte confusi.
In fondo,
dal sostantivo ‘’ fondo ‘’, che è la parte terminale di qualcosa.
La locuzione '' in fondo '', significa '' nella parte finale '', o, figurativamente, nella parte più intima.
Esempio: '' Io desideravo solo dividere la mia vita con te.
In fondo, credo che l’amore sia questo: la voglia di vivere le cose in due, arricchendosi a vicenda con le propri differenze''. ( Guillaume Musso - La ragazza di carta ).
Ora passiamo al termine ‘’ infondere ‘’ .
Infondere, v. tr. (coniug. come fondere).
1. a. letter. versare dentro o versare intorno, versare sopra.
Il verbo è in uso anche nel linguaggio liturgico, riferito al sacerdote che infonde nel calice il vino, o che infonde l’incenso nel turibolo. b. ant. mettere in infusione.
2. in senso fig., comunicare energie, doni spirituali, ispirare o instillare sentimenti, e sim.
Esempio: infondere coraggio e speranza; l’alta letizia Che ’l tuo parlar m’infonde (Dante).
Come intr. pron., penetrare, comunicarsi, talora con valore passivo: le virtù che dagli astri celesti s’infondono negli uomini.
Part. pass.infuso, frequente come agg. e s.m.
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