Dipinto di Delia Brown |
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Frase del mese
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venerdì 26 aprile 2013
Quando leggiamo ci allontaniamo dalla realtà, il sipario della nostra vita si chiude per un po’ e al ritorno sulla scena ci ritroviamo sorprese a fissare ogni minimo particolare in maniera diversa, a toccare con gli occhi ogni cosa e ad amarla più di prima, perché sappiamo che quei momenti sono unici e non ritorneranno davanti a noi allo stesso modo. Così ogni momento diventa fragile e caro allo stesso tempo …
giovedì 25 aprile 2013
Lo avrai, Camerata Kesselring... di Piero Calamandrei
Kesselring fu comandante delle forze d'occupazione tedesche in Italia.
Responsabile di orrori disumani fu processato a Norimberga per crimini contro l'umanità e condannato a morte. La condanna però fu sostituita con il carcere a vita. Dopo cinque anni uscì dal carcere per motivi di salute e al ritorno in Germania fu celebrato come un eroe negli ambienti neonazisti della Baviera.
Oltre a non rimproverarsi nulla, Kesselring ebbe anche il coraggio di dire che gli italiani avrebbero dovuto erigergli un monumento.
Parole che fanno davvero male ... Toccano profondamente anche chi non ha vissuto questa guerra senza limiti, senza pietà.
Piero Calamandrei, uomo della Resistenza, a queste affermazioni rispose con una epigrafe ...
Lo avrai
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.
Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.
Ma soltanto col silenzio dei torturati
più duro d'ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.
Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA.
Responsabile di orrori disumani fu processato a Norimberga per crimini contro l'umanità e condannato a morte. La condanna però fu sostituita con il carcere a vita. Dopo cinque anni uscì dal carcere per motivi di salute e al ritorno in Germania fu celebrato come un eroe negli ambienti neonazisti della Baviera.
Oltre a non rimproverarsi nulla, Kesselring ebbe anche il coraggio di dire che gli italiani avrebbero dovuto erigergli un monumento.
Parole che fanno davvero male ... Toccano profondamente anche chi non ha vissuto questa guerra senza limiti, senza pietà.
Piero Calamandrei, uomo della Resistenza, a queste affermazioni rispose con una epigrafe ...
Piero Calamandrei |
Lo avrai
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.
Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.
Ma soltanto col silenzio dei torturati
più duro d'ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.
Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA.
martedì 23 aprile 2013
lunedì 22 aprile 2013
La parola di oggi è ... Minareto
Minareto
/ sostantivo maschile
in arabo manār, faro.
Il minareto è la torre presente in quasi tutte le moschee dalla quale il muezzin chiama alla preghiera i devoti di Allah.
Per saperne di più
Minareto
domenica 21 aprile 2013
Svelami il tuo amore, di Maria Francesca Petrungaro
Dipinto di Fabian Perez |
L’intimo
dei tuoi pensieri
mi
distrugge,
i
tuoi occhi distaccati
nei
momenti di batticuore
smembrano
le mie ultime certezze.
E
mi percuoto l’anima
con
la punta della mia angoscia.
Lascia
che io entri a passo lento
nei
tuoi pensieri,
senza
ostilità e senza paura,
lasciami
navigare dolcemente.
Spianami
la strada impervia
affinché
io possa trovare riparo
nelle
tetre notti che dedico a te,
alla
ricerca del tuo sorriso,
del
tuo amore.
Porti
via i miei sonni più dolci
senza
renderti conto
di
quanto ho bisogno di sapere se ci sei,
nella
mia vita,
nel
mio cammino.
Sei
qui per me o per esplorare nuovi volti,
nuovi
voci,
nuovi
sensazioni?
Imbrigliami,
incatenami
in questa strada faticosa
che
mi porta a te,
che
fa respirare le mie giornate,
che
fa tremare la mia voce.
Voglio
solo la verità,
se
mi ami o mi abbandonerai
come
una barca arenata
su
un’isola deserta,
in
un posto che nessuno potrà mai salvarmi.
Non
lasciare che io mi abbandoni
nelle
selve di queste lunghe notti.
Non
accontentarmi con carezze
che
hanno timore di giacere sul mio corpo.
Regalami
il segreto
per
conoscere il tuo amore
o
liberami da queste catene
che
stringono forte i miei polsi.
Maria Francesca Petrungaro Copyright©2005
Maria Francesca Petrungaro Copyright©2005
Mont Saint-Michel
Mont Saint-Michel |
Il Mont Saint-Michel è un isolotto tidale situato presso la costa settentrionale della Francia.
Per saperne di più...
sabato 20 aprile 2013
La parola di oggi è ... RUBIZZO
Rubizzo
/aggettivo
dallo spagnolo roblizo, ''saldo come rovere''.
Di aspetto sano e vigoroso, ancora fresco.
Persona dall'aspetto florido, colorito, detto specialmente di persona anziana:
un vecchietto rubizzo; una donna ancora rubizza; una signora anziana ancora arzilla e rubizza.
Contrari di rubizzo - scolorito, smorto, sparuto.
/aggettivo
dallo spagnolo roblizo, ''saldo come rovere''.
Di aspetto sano e vigoroso, ancora fresco.
Persona dall'aspetto florido, colorito, detto specialmente di persona anziana:
un vecchietto rubizzo; una donna ancora rubizza; una signora anziana ancora arzilla e rubizza.
Contrari di rubizzo - scolorito, smorto, sparuto.
giovedì 18 aprile 2013
Nulla rimane della scolara di Hiroshima, Primo Levi
Poichè l’angoscia di ciascuno è la nostra
ancora riviviamo la tua, fanciulla scarna
che ti sei stretta convulsamente a tua madre
quasi volessi ripenetrare in lei
quando al meriggio il cielo si è fatto nero.
ancora riviviamo la tua, fanciulla scarna
che ti sei stretta convulsamente a tua madre
quasi volessi ripenetrare in lei
quando al meriggio il cielo si è fatto nero.
Invano, perché l’aria volta in veleno
é filtrata a cercarti per le finestre serrate
della tua casa tranquilla dalle robuste pareti
lieta già del tuo canto e del tuo timido riso.
é filtrata a cercarti per le finestre serrate
della tua casa tranquilla dalle robuste pareti
lieta già del tuo canto e del tuo timido riso.
Sono passati i secoli, la cenere si è pietrificata
a incarcerare per sempre codeste membra gentili.
a incarcerare per sempre codeste membra gentili.
Così tu rimani fra noi, contorto calco di gesso,
agonia senza fine, terribile testimonianza
di quanto importi agli dei l’orgoglioso nostro seme.
agonia senza fine, terribile testimonianza
di quanto importi agli dei l’orgoglioso nostro seme.
Ma nulla rimane fra noi della tua lontana sorella,
della fanciulla d’Olanda murata fra quattro mura
che pure scrisse la sua giovinezza senza domani:
la sua cenere muta é stata dispersa dal vento,
la sua breve vita rinchiusa in un quaderno sgualcito.
della fanciulla d’Olanda murata fra quattro mura
che pure scrisse la sua giovinezza senza domani:
la sua cenere muta é stata dispersa dal vento,
la sua breve vita rinchiusa in un quaderno sgualcito.
Nulla rimane della scolara di Hiroshima,
ombra confitta nel muro dalla luce di mille soli.
ombra confitta nel muro dalla luce di mille soli.
Vittima sacrificata sull’altare della paura.
Potenti della terra padroni di nuovi veleni,
tristi custodi segreti del tuono definitivo,
ci bastano d’assai le afflizioni donate dal cielo.
tristi custodi segreti del tuono definitivo,
ci bastano d’assai le afflizioni donate dal cielo.
Prima di premere il dito, fermatevi e considerate.
sabato 13 aprile 2013
Le notti bianche
Era una notte meravigliosa, una notte come forse ce ne possono essere soltanto quando siamo giovani, amabile lettore. Il cielo era così pieno di stelle, così luminoso che, gettandovi uno sguardo, senza volerlo si era costretti a domandare a se stessi: è mai possibile che sotto un cielo simile possa vivere ogni sorta di gente collerica e capricciosa? Anche questa è una domanda da giovani, amabile lettore, molto da giovani, ma voglia il Signore mandarvela il più sovente possibile nell’anima! … Parlando d’ogni sorta di signori capricciosi e collerici, non ho potuto fare a meno di rammentare anche la mia saggia condotta in tutta quella giornata.
Per non dimenticare ...
Se questo è un uomo, Primo Levi
Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici;
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.
giovedì 11 aprile 2013
mercoledì 10 aprile 2013
Adoro scrivere poesie ascoltando musica classica
Beethoven, Chopin, Rachmaninoff, Schumann, Liszt, Bach, Debussy
e via dicendo, solo per dire che io adoro la musica classica e che spesso, nei
momenti in cui mi prende l’ispirazione ascolto proprio questa musica. Più in là
parlerò meglio del mio rapporto con la musica ma ora lascio un pò di link che
allieteranno gli appassionati di questo genere, sperando di aver fatto cosa
gradita. Buon ascolto.
Liszt
Debussy
Chopin
Liszt
Debussy
Chopin
Ebbene sì, suonavo, ma poi ho lasciato, troppo presto direi,
per dedicarmi completamente agli studi.
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