Il sole tardo ne l'invernale
ciel le caligini scialbe vincea,
e il verde tenero de la novale
sotto gli sprazzi del sol ridea.
Correva l'onda del Po regale,
l'onda del nitido Mincio correa.
Apriva l'anima pensosa l'ale
bianche de' sogni verso un'idea.
E al cuor nel fiso mito fulgore
di quella placida fata morgana
riaffacciavasi la prima età,
senza memorie, senza dolore,
pur come un'isola verde, lontana
entro una pallida serenità.
Poesia composta nel febbraio del 1883 a Verona. Fu pubblicata sulla '' Domenica letteraria ''.
Il poeta descrive il paesaggio dell'inverno padano. La contemplazione è la porta che apre un mondo di ricordi della sua lontana fanciullezza.
Forma metrica: sonetto di doppi quinari ( endecasillabi catulliani ), secondo l'esempio di Parini, schema ABAB, ABAB, CDE, CDE. L'utilizzo di aggettivi e sostantivi come '' caligini '', '' anima pensosa '', '' pallida serenità '', aiutano a rendere la visione incantata di Carducci.
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