Dipinto di Kathrin Longhurst |
Raggiante come il sole d’estate, un
alito di vento solleva dolcemente i miei capelli sfavillanti che si nutrono del
calore dei raggi. Rosso fuoco sulle labbra e occhi neri come la notte. E’
ancora lì, nel salone di bellezza dove lavoro, una foto che risale a soli
undici mesi prima. Una foto che colpiva lo sguardo curioso dei clienti che venivano a farsi belli e a raccontare i loro intrighi
amorosi e le loro turbolente storie d’amore. Ovunque andassi lasciavo il segno con
la punta dei miei tacchi a spillo e della mia lingua pungente, del mio sguardo
alla Greta Garbo.
-
Finirai male, Naomi. - mi disse una volta la mia
collega del centro, Manuela.
Lavoravamo da due anni nello stesso
centro benessere e tra una ceretta e una maschera per il viso, svuotavamo le
nostre bisacce colme di racconti riguardanti la nostra vita. Lei, ragazza
madre, era costretta a crescere da sola i suoi bambini.
-
Sono gli uomini che faranno una brutta fine con
me, io di sicuro farò sempre quello che desidero fare. Non mi farò mai abbindolare
da un uomo – risposi sicura di me e continuai a procedere con la manicure che
Manuela preferiva le facessi nei giorni in cui avevamo pochi appuntamenti e il
centro si trasformava in un vero confessionale.
-
Arriverà il momento in cui ti innamorerai e
anche tu come tante donne arriverai a piccoli compromessi con un uomo, pur di
salvare la coppia. – esclamò Manuela lanciando con l’aria mesta un’occhiata alle
unghia laccate di rosa.
Non ho mai provato il gusto di
innamorarmi follemente di un uomo, fino a quando arrivò il momento che Manuela
aveva tanto agognato.
-
Sì, alle ore 14 c’è un posto libero. Sarà
affidato alla professionalità di Naomi che per il massaggio è famosa e apprezzata
dai nostri clienti. La saluto e le auguro una buona seduta, Signor Beniguay.-
disse Manuela al telefono tirando un bel sospiro di sollievo, visto che il
pomeriggio di quel giorno avrebbe avuto il tempo per giocare con i suoi figli e
leggere loro una tra le tante fiabe che aspettavano sul divano.
-
Ti raccomando Naomi, il signor Beniguay ha
bisogno di un massaggio che rilassi non solo il corpo ma parimenti lo spirito.
-
Non ho mai deluso nessun uomo. Fidati, vai a
casa tranquilla e pensa alla nuova fiaba da raccontare al piccolo Simone e alla
dolcissima Francesca. Ci penso io a mandare avanti la baracca.
Manuela andò via e quel pomeriggio,
prima dell’apertura del centro, decisi di provare un nuovo make-up , un nuovo
modo di acconciare i capelli accompagnato dal dolce profumo della crema alla vaniglia
cosparsa sul corpo.
Alle ore 14 in punto suona il
campanellino del centro.
La segretaria apre e indica al
cliente la stanza da raggiungere per il massaggio. Un colpo alla porta e un
''avanti'' impercettibile per sollecitare il signore ad avanzare. Mi aspettavano una marea di
clienti e quel pomeriggio avrei fatto tutto da sola. - Prego signor Beniguay, entri pure. – incitai per
fare in fretta.
Alchimia fulminante, brividi a fior
di pelle.
Davanti a me si presentò l’uomo che
mi avrebbe sposata nel giro di due mesi, l’uomo che mi sommerse di carezze e di
bigliettini d’amore, di regali incantevoli che una donna desidera tanto ricevere
da un uomo.
Meravigliata di
me stessa, rimasi irrigidita per tutto il tempo del massaggio. Una strana
sensazione mi pervase e la fretta che avevo pochi istanti prima svanì di colpo facendomi
indugiare sulla sua schiena adorabile e liscia come seta.
-
Mi permetta di farle un complimento che di
solito non esterno facilmente.
-
Mi dica Signor Beniguay. – gli risposi con
timidezza.
-
Lei ha delle mani magiche. Sono così rilassato che
rimarrei per tutto il pomeriggio a farmi massaggiare dalle sue mani. –
sorridendo poggiò il capo sul telo e si distese ancora di più.
Sempre più rigida e timida riuscii
a spiccicare poche parole. Quell’uomo era stato in grado di farmi sentire in
imbarazzo con il suo modo di fare.
-
Lavoro Signor Beniguay. Amo il mio lavoro e lo
faccio nel migliore dei modi, così che i miei clienti possano rincasare
soddisfatti e soprattutto rilassati.
Tutto quello che riuscii a dire. Senza
un sorriso e senza dargli corda, lo salutai con una stretta di mano.
Il signor Beniguay prese l’abitudine
di venire in centro una volta a settimana, con assiduità e con un coinvolgimento
assillante che preoccupò non poco Manuela. La cosa non mi inquietava. Ero
attratta da quell’uomo e così aspettai il giorno in cui lui si avvicinò e mi
abbracciò mentre stavo lavando le mani intrise di olio nel lavello della stanza massaggi. Ruppe il ghiaccio invitandomi
a cena ed io accettai subito, senza esitazione.
-
Ma sei sicura? Sono solo cinque volte che lo
vedi, aspetta un altro po’, cerca di conoscerlo meglio. – mi consigliò Manuela
con tanto di serietà.
-
Ascolta, per me è importante uscire insieme a
lui. Solo così posso conoscerlo e capire cosa mi sta succedendo. – ribattei con
decisione.
Quel pomeriggio cambiai look, make up
e sguardo. Un abito da sera sfiorava la mia pelle nuda e i tacchi a spillo non avrebbero
lasciato nessun segno. Toccava a lui lasciare un segno nel mio cuore.
-
Sei splendida Naomi, sei la donna della mia
vita. - mi disse la sera del nostro primo appuntamento.
Spumante, lume di candela, musica di
sottofondo e dolci parole dipinsero la serata. Scorreva il tempo, andava
veloce. Un bacio interminabile e passionale, finiamo a far l’amore con la passione
che cavalcava i nostri corpi.
-
Pensi sia una storiella di una notte e via? –
chiesi spudoratamente e senza pentirmi.
Avevo bisogno di sentirlo familiare,
di sentirlo parlare di noi, del nostro rapporto.
-
Hai fretta Naomi? Mi vuoi far scappare prima
della fine della nostra serata? – rispose lui con una punta di ironia.
Classico tipo sicuro di sé, di
quello che dice e di quello che fa. Non ha paura di sbagliare perché può sbagliare
e recuperare mille volte. Colto, un po’ frenetico, attraente e potente. Uno di
quelli che sa come comprarti se sei disposta a farti comprare.
-
Mia moglie mi ha lasciato. Mi ripeteva
continuamente che non aveva libertà con me. – mi disse ad un certo punto della
serata, strofinandosi le labbra con una mano.
-
Scusami, non ho afferrato. Posso chiederti cosa
significa non avere respiro? Spiegati meglio.
-
Gelosia, chiamala così, una malattia dolce.
Sembrava dovesse nascere qualcosa
di speciale, pensavo di aver incontrato l’uomo della mia vita seppure quell’amore
fosse avvolto da un alone di mistero.
Quando decisi di sposare Tommaso, ero
sicura di aver fatto la scelta giusta ma mi resi conto che di quell’uomo non conoscevo
nulla, nemmeno il suo piatto preferito. Ma ero innamorata persa, troppo calata
nella storia, troppo presa da quell’uomo che riusciva a tenermi sempre sulle
spine. Poi arrivò il primo compromesso dell’infinita serie. Lasciai il centro
benessere e Manuela che, secondo il giudizio di Tommaso, non era una donna affidabile.
Arrivarono imposizioni sul mio modo di vestire e dovetti rinunciare anche a un
filo di trucco. Dopo il matrimonio, nel giro di poche settimane, Tommaso
divenne oppressivo e così molesto che il mio primo rifiuto si trasformò in una
presa a schiaffi così violenta che dovetti passare due giorni in ospedale. Dopo
la prima sfilza di schiaffi e costrizioni, arrivò il momento delle minacce. La
mia vita si era trasformata di colpo e quasi stentavo a riconoscersi allo
specchio. Con lui ebbi solo pochi attimi di felicità che si trasformarono in un
inferno.
-
Naomi, devi denunciarlo. Non puoi vivere così.
Pensa che sono solo pochi mesi di convivenza matrimoniale e già ti ritrovi
piena di lividi, senza lavoro e così cambiata, così tanto che faccio fatica a
riconoscerti.- mi disse Manuela, preoccupata.
-
Hai ragione, Manuela.- convenni io, abbassando
la testa.
Questo uomo ti ha derubata di tutto. Abbassi la
testa con rassegnazione. Ma cosa ti ha fatto quest’uomo?
-
Io lo amavo, credevo di amarlo. Ora non riesco a
provare nemmeno il gusto di farmi bella per lui. – piansi dando voce a quel
pensiero martellante.
Infelice, umiliata, denudata di
tutte le mie emozioni. Sanguinante di dolore, nessuno poteva sentirmi piangere,
da sola, dentro un letto che aveva solo lo scopo di fare da sfondo a violenze
quotidiane. Nessuno poteva vedermi. Solo l’aria poteva sfiorarmi, solo il
venticello che penetrava dalla finestra poteva accarezzare i capelli che non
voglio mettere più in ordine. Non voglio piacere a un uomo, ho bisogno solo di
conforto e di pace. Non riesco a vedere la mia faccia che brucia da morire,
piena di lividi e di dolore raccolto nelle mura di casa. Provo la sensazione
fortissima di vederlo dietro le sbarre, a marcire. Non riesco a pensare ad
altro se non all’odio. Penso a quando ho incontrato la morte e l’ho guardata in
faccia e me ne sono pure innamorata, non contenta. Mi torna in mente il
tintinnio dei bicchieri che brindavano a quell’incontro e ora capisco il mistero
di un uomo trincerato dietro a quella maschera misteriosa. Rimossa quella maschera
ho scoperto un uomo prepotente e feroce che non desiderava altro che sottomettere
la donna, sequestrarla dei suoi pensieri, delle sue emozioni e della sua vita.
-
Domani torno da te. – sospirai e lanciai uno
sguardo all’orologio.
- Ti
aspetto Naomi, la tua vita è un’altra, non è con lui.
Un
giorno mi svegliai, aspettai che lui uscisse di casa per andare a lavorare e mi
avvicinai decisa allo specchio della camera da letto. Non ero più la stessa,
ero già la proiezione della donna che avrei voluto essere: forte e soprattutto
piena di voglia di vivere, impaziente di riprendermi la mia vita, di salvarmi,
di volermi bene.
Mancava
poco al suo arrivo dal lavoro ed io fremevo. La donna non è una bambola di
pezza, riposta in una cantina e utilizzata a piacimento. La donna ha bisogno di
cura, tenerezze, di amore, di mani che si stringono, di cuscini agganciati e di
sospiri che seguono lo stesso ritmo, di una coperta posata sul cuore.
Così lo denunciai e tornai alla mia vita concedendomi nuove occasioni e il
sorriso di un tempo. Ho un nuovo taglio di capelli, una voglia nuova di
assaporare la vita e questa volta a piccoli sorsi.
Maria Francesca Petrungaro Copyright©2011
Presente nella ''Biblioteca racconti'' di ''Donne che fanno
testo'', un'iniziativa del Messaggero in collaborazione con Samsung.
Ecco il link: http://www.donnechefannotesto.it/biblioteca.php
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