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Frase del mese
Visite al blog
venerdì 23 agosto 2013
23 agosto del 1927, esecuzione di Sacco e Vanzetti
Ferdinando Nicola Sacco e
Bartolomeo Vanzetti furono due anarchici italiani.
Vennero giustiziati sulla
sedia elettrica negli Stati Uniti con l’accusa di omicidio di una guardia di un
calzaturificio e di un contabile.
Molti furono i dubbi sulla
sulla loro colpevolezza ma il 23 agosto del 1927 furono giustiziati nel
penitenziario di Charlestown, presso Dedham.
Dopo 50 anni dalla morte di Sacco e Vanzetti,
il governatore dello Stato del Massachusetts riconobbe gli errori commessi nel
processo.
‘’ Io dichiaro che ogni stigma ed ogni onta vengano per sempre cancellati dai nomi di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti ‘’.
Proclama del 23 agosto 1977, con il quale il governatore Michael Dukakis assolveva i due italiani dal crimine a loro attribuito.
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giovedì 22 agosto 2013
Ballo a Bougival, Renoir
Ballo a Bougival Dipinto ad olio su tela di 181 × 98 cm realizzato nel 1883 dal pittore francese Pierre-Auguste Renoir. È conservato al Museum of Fine Arts di Boston che lo acquistò per 150 000 dollari nel 1937. |
martedì 20 agosto 2013
Robert Doisneau
Doisneau era il poeta della strada...
Passava ore nelle strade di Parigi nell’attesa di ammirare
lo spettacolo da fotografare.
Enchenté, Robert Doisneau ...
lunedì 19 agosto 2013
Mostra a Palazzo Reale
Fino all’8 settembre, a Palazzo Reale di Milano, è possibile ammirare dei
capolavori provenienti dalla collezione
del mecenate francese Jonas Netter. La mostra si concentra soprattutto su Modigliani e sull'amico Soutine.
Inoltre sono presenti le opere di Maurice Utrillo e Suzanne Valadon, la pittrice di cui Henri de Toulouse- Lautrec si innamorò.
Tra i capolavori di Modigliani, esposti a Palazzo Reale, troviamo '' Elvire au col blanc ''.
Nei prossimi giorni aggiornerò il blog con alcune opere riguardanti i suddetti artisti.
'' Tutti noi siamo un po' come libri che gli altri leggono.
I più si fermano alle prime pagine, altri le scorrono frettolosamente, qualcuno ci legge con attenzione… Nessuno però potrà mai andare oltre il libro e conoscere la nostra anima. A meno che per leggere non usi l'anima a sua volta...''
Margaret Mazzantini
Margaret Mazzantini
Margaret Mazzantini |
Visione, poesia di Carducci
Il sole tardo ne l'invernale
ciel le caligini scialbe vincea,
e il verde tenero de la novale
sotto gli sprazzi del sol ridea.
Correva l'onda del Po regale,
l'onda del nitido Mincio correa.
Apriva l'anima pensosa l'ale
bianche de' sogni verso un'idea.
E al cuor nel fiso mito fulgore
di quella placida fata morgana
riaffacciavasi la prima età,
senza memorie, senza dolore,
pur come un'isola verde, lontana
entro una pallida serenità.
Poesia composta nel febbraio del 1883 a Verona. Fu pubblicata sulla '' Domenica letteraria ''.
Il poeta descrive il paesaggio dell'inverno padano. La contemplazione è la porta che apre un mondo di ricordi della sua lontana fanciullezza.
Forma metrica: sonetto di doppi quinari ( endecasillabi catulliani ), secondo l'esempio di Parini, schema ABAB, ABAB, CDE, CDE. L'utilizzo di aggettivi e sostantivi come '' caligini '', '' anima pensosa '', '' pallida serenità '', aiutano a rendere la visione incantata di Carducci.
domenica 18 agosto 2013
Paul Gustave Fischer
Oggi voglio dedicare un post a Paul Gustave Fischer ( pittore danese ) che, con i suoi dipinti, ha colpito positivamente la mia curiosità.
mercoledì 14 agosto 2013
martedì 13 agosto 2013
Freedom Writers
Freedom Writers racconta la vera storia dell'insegnante Erin Gruwell e della sua classe di studenti problematici di un liceo californiano. Erin approda nella Room 203, satura di studenti difficili e preoccupanti. Lei che è al suo primo incarico trova entusiasmante fin da subito l’idea di poter partecipare al programma di integrazione razziale nelle scuole, ma tutto ciò si rivela molto scoraggiante fin dall’inizio. Non siamo lontani dai disordini di Los Angeles del 1992, i gruppi etnici sono in continua guerra e all’interno delle classi è difficile mantenere l’ordine tra gli studenti che sono in perenne lotta fra loro. Il primo giorno di scuola di Erin è drammatico a tal punto che pensa subito di rivisitare i programmi e la sua azione didattica. Non perde le speranze e a differenza degli altri professori e della direttrice didattica, che ormai rassegnati lavorano aspettando il momento in cui gli studenti abbandonino la scuola, prende coraggio e punta sulle sue capacità. Il suo insegnamento, improntato sui temi del razzismo e della tolleranza funziona, riesce a interessare gli studenti che si ritrovano a condividere le stesse emozioni. Un tema molto importante è quello dell’Olocausto che l’insegnante affronta con i ragazzi attraverso la lettura de ‘’Il diario di Anna Frank’’, la visita al Museo della Tolleranza di Los Angeles e l’incontro con una sopravvissuta ai campi di concentramento. Inoltre stimola gli studenti a scrivere diari personali che Erin distribuisce loro con la raccomandazione di non lasciare nessuna pagina in bianco. Alla fine verranno pubblicati con il titolo di Freedom Writers ( chiaro riferimento ai Freedom riders, attivisti per i diritti civili che nel 1961 protestarono contro la segregazione razziale). E’ un film singolare, capace di far riflettere e credere possibile una convivenza tra realtà diverse.
domenica 11 agosto 2013
Madame de Pompadour
« La ragazza era ben educata, saggia, amabile, piena di grazia e di talento, nata con del buon senso e del buon cuore. Io la conoscevo bene; fui anche confidente dei suoi amori. Mi confessò di aver sempre avuto il segreto presentimento che sarebbe stata amata dal re e che, senza rendersene conto, si era sentita crescere dentro una violenta passione per lui ». |
(dalle Mémoires di Voltaire ) |
Madame de Pompadour
Jeanne Antoinette Poisson, marchesa di Pompadour, detta Renette, meglio nota come Madame de Pompadour, oltre ad essere stata la donna francese più potente del diciottesimo secolo fu la favorita del re di Francia Luigi XV.
Madame de Pompadour, by Francois Boucher, 1757
lunedì 5 agosto 2013
domenica 4 agosto 2013
What a wonderful world ... Louis Armstrong
What a Wonderful World ( che mondo meraviglioso ) è una canzone interpretata per la prima da Louis Armstrong. Scritta da Bob Thiele e George David Weiss.
What a wonderful world Louis Armstrong
Anna Frank
Il 4 agosto 1944 Anna Frank fu catturata dai nazisti in seguito ad una segnalazione da parte di una persona che non è mai stata identificata.
venerdì 2 agosto 2013
giovedì 1 agosto 2013
A tutti noi viene insegnato ad essere colti, non ad essere innocenti o a percepire la meraviglia dell'esistenza; ci vengono insegnati i nomi dei fiori; degli alberi e non come entrare in comunicazione con loro, in sintonia con l'esistenza. L'esistenza è un mistero e non è accessibile a coloro che vogliono sempre analizzare, selezionare, ma solo a coloro che sono disposti ad innamorarsene, a danzare con lei.
Osho
mercoledì 31 luglio 2013
martedì 30 luglio 2013
Giorgio Vasari: Perseo libera Andromeda
Giorgio Vasari ( 30 luglio 1511- 27 giugno 1574 ), pittore, architetto e storico dell'arte italiano.
mercoledì 24 luglio 2013
Valparaíso
Valparaíso ( Cile ), città natale di artisti, scrittori e poeti, non ha nulla da invidiare alle altre città dell’America Latina.
La troviamo nelle pagine di '' La figlia della fortuna '' di Isabel Allende.
Fotografie di Valparaiso
La troviamo nelle pagine di '' La figlia della fortuna '' di Isabel Allende.
Fotografie di Valparaiso
La parola di oggi è ...
Pulzellas.f.lett. pulcella(raro, lett. ) vergine, fanciulla.Per anton. Giovanna d'Arco, la Pulzella d'Orléans.
lunedì 22 luglio 2013
I poeti lavorano di notte
I poeti lavorano di notte
quando il tempo non urge su di loro,
quando tace il rumore della folla
e termina il linciaggio delle ore.
I poeti lavorano nel buio
come falchi notturni od usignoli
dal dolcissimo canto
e temono di offendere Iddio.
Ma i poeti, nel loro silenzio
fanno ben più rumore
di una dorata cupola di stelle.
Alda Merini
venerdì 19 luglio 2013
mercoledì 10 luglio 2013
Fonemi e grafemi
Attraverso l’uso di suoni variamente collegati fra di loro, l’uomo comunica ed esprime le sue incertezze, le sue perplessità, le sue esperienze, i suoi sentimenti.
I FONEMI sono i suoni articolati di una lingua che, da soli
o combinandosi con altri, formano parole.
I segni grafici dei suoni che noi produciamo, ovvero le
lettere dell’alfabeto, si chiamano GRAFEMI.
Etimologia
Fonemi: dal greco phónema, da phoné, "
voce, suono".
Grafemi: dal greco gráphein, "scrivere".
giovedì 4 luglio 2013
Grazie mille per il Premio Liebster Award.
Vorrei ringraziare Loredana Gasparri del blog ‘’ Del furore di aver libri ‘’ per avermi premiata con il Liebster Award. Sono su blogger da così poco tempo che lascio immaginare lo stupore nel leggere il mio nome nella lista. Per me è sempre una cosa inaspettata, non mi aspetto mai di essere premiata. Oltre a ringraziare Loredana per il premio che mi ha assegnato, vorrei farle i miei complimenti per il suo blog. Lo seguo con molto interesse. Complimenti e ancora grazie.
Ed ecco il regolamento da seguire:
1. Ringraziare nel post il blog che vi ha assegnato il premio
2. Scrivere 11 cose su di te
3. Rispondere alle 11 domande
4. Formulare altre 11 domande
5. Premiare 11 blog che si ritengono meritevoli
6. Informare i blogger
Su di me.
1. Adoro il cinema in tutte le sue sfaccettature.
2. Ho una passione irrefrenabile per la lettura. Leggo di tutto e ovunque.
3. Mi piace la storia e qui rendo pubblico una delle mie eroine preferite: Nefertiti. Alessandro Magno è uno dei miei eroi storici preferiti.
4. Sono appassionata di Filosofie orientali.
5. Amo la musica, adoro la lirica, il jazz, l'opera.
6. Amo scrivere. Scrivo da sempre. Amo la poesia, scrivo poesie. Mi succede spesso di immortalare istanti particolari che non voglio perdere e dimenticare.
7. Adoro ritagliare dei momenti per allontanarmi dalla vita quotidiana, viaggiare e assaporare nuovi sfondi.
8. Adoro tutto ciò che è positivo e che mi trasmette energia: i bambini e i loro sorrisi, il fior di loto asiatico, i gatti, i delfini, il tennis, il mare, le passeggiate, la pesca, le sorprese. Avrei una marea di cose da elencare ma mi fermo qui.
9.Sono appassionata di psicologia. Osservo molto, analizzo i comportamenti delle persone, cerco sempre di trovare una motivazione a tutto. Non mi sfugge nulla e quando mi sfugge qualcosa è perché non era poi così interessante.
10. Sono dell’idea che nella vita c’è sempre da imparare, per cui cerco di tenermi informata. Amo sperimentare sempre cose nuove.
11. Amo l’arte in tutte le sue forme. Picasso, Klimt, Dalì, Renoir sono tra miei pittori preferiti.
Per il momento mi fermo qui. Alla prossima con le mie risposte alle domande e la premiazione degli 11 blog. A presto.
martedì 2 luglio 2013
lunedì 1 luglio 2013
Estratto da '' Le notti bianche, di Fëdor Dostoevskij
'Ho dei momenti pieni di una tale angoscia, di un’angoscia… In quei momenti credo che non sarò mai capace di vivere una vita vera, mi sembra di aver perso ogni senso, la capacità di capire ciò che è vero e reale. Mi maledico da solo perché, dopo le mie notti piene di fantasie, subentrano momenti di ritorno alla realtà che sono terribili! E contemporaneamente avverto intorno a me il movimento rumoroso e agitato della folla umana: sento, vedo com’è la vita degli altri uomini, come vivono nella realtà, vedo che per loro la vita non è proibita, che la loro vita non si scioglie come un sogno, come un miraggio, che la loro vita si rinnova continuamente, sempre giovane, che tutte le ore sono diverse fra loro. Mentre la mia fantasia è triste, monotona fino alla volgarità, paurosa, schiava di un’ombra, di un’idea, schiava della prima nuvola che offusca improvvisante il sole […]. E nell’angoscia che tipo di fantasia ci può mai essere! Alla fine sento che è stanca, esaurita nella tensione senza fine, questa inesauribile fantasia. Poi si cresce e ci si sbarazza dei vecchi ideali, ed essi cadono in mille pezzi, diventano polvere; e se poi non c’è un’altra vita, ci si trova a costruire quella che esiste con questi pezzi. Ma contemporaneamente l’anima chiede e pretende nuove cose! E il sognatore fruga a vuoto fra le ceneri delle sue vecchie fantasie: neppure un po’ di brace da attizzare e trasformare in un fuoco che riscaldi il cuore intirizzito, per poter ritrovare in esso tutte le cose belle che c’erano prima, tutto ciò che lo commuoveva, che faceva ribollire il sangue, piangere gli occhi e ingannava con la sua grandissima illusione! Sapete, Nastjenka, a che punto sono arrivato? Sono ormai costretto, sapete, a celebrare l’anniversario delle mie sensazioni, l’anniversario di ciò che un tempo mi fu tanto caro, ma che in realtà non è mai esistito, l’anniversario per quegli stessi sogni stupidi, incorporei, e devo farlo perché non ho più nemmeno questi stupidi sogni, perché non ho di che alimentarli: perché se ne vanno via anche i sogni!'
domenica 30 giugno 2013
Zampillo
venerdì 28 giugno 2013
Mano a mano che i suoi vestiti da bambina inglese si
ammucchiavano sul pavimento, lei perdeva, uno a uno, i contatti con la realtà
nota ed entrava inesorabilmente in quella strana illusione che sarebbe stata la
sua vita negli anni successivi. Ebbe la netta sensazione che stesse per
iniziare un’altra storia di cui lei era al contempo protagonista e narratrice.
...tratto dal libro '' La figlia della fortuna '' di Isabel Allende.
mercoledì 26 giugno 2013
domenica 23 giugno 2013
Sirmione
La sera a Sirmione - Foto: Maria Francesca Petrungaro |
Ecco: la verde Sirmio nel lucido lago sorride,
fiore de le penisole.
Il sol la guarda e vezzeggia: somiglia d'intorno il Benaco
una gran tazza argentea,
cui placido olivo per gli orli nitidi corre
misto a l'eterno lauro.
Questa raggiante coppa Italia madre protende,
alte le braccia, a i superi;
ed essi da i cieli cadere vi lasciano Sirmio,
gemma de le penisole.
Baldo, paterno monte, protegge la bella da l'alto
co'l sopracciglio torbido:
il Gu sembra un titano per lei caduto in battaglia,
supino e minaccevole.
Ma incontro le porge dal seno lunato a sinistra
Salò le braccia candide,
lieta come fanciulla che in danza entrando abbandona
le chiome e il velo a l'aure,
e ride e gitta fiori con le man piene, e di fiori
le esulta il capo giovine.
Garda là in fondo solleva la ròcca sua fosca
sovra lo specchio liquido,
cantando una saga d'antiche cittadi sepolte
e di regine barbare.
Ma qui, Lalage, donde per tanta pia gioia d'azzurro
tu mandi il guardo e l'anima,
qui Valerio Catullo, legato giú a' nitidi sassi
il fasèlo britinico,
sedeasi i lunghi giorni, e gli occhi di Lesbia ne l'onda
fosforescente e tremula,
e 'l perfido riso di Lesbia e i multivoli ardori
vedea ne l'onda vitrea,
mentr'ella stancava pe' neri angiporti le reni
a i nepoti di Romolo.
A lui da gli umidi fondi la ninfa del lago cantava
Vieni, o Quinto Valerio.
Qui ne le nostre grotte discende anche il sole, ma bianco
e mite come Cintia.
Qui de la vostra vita gli assidui tumulti un lontano
d'api sussurro paiono,
e nel silenzio freddo le insanie e le trepide cure
in lento oblio si sciolgono.
Qui 'l fresco, qui 'l sonno, qui musiche leni ed i cori
de le cerule vergini,
mentr'Espero allunga la rosea face su l'acque
e i flutti al lido gemono.
Ahi triste Amore! egli odia le Muse, e lascivo i poeti
frange o li spegne tragico.
Ma chi da gli occhi tuoi, che lunghe intentano guerre,
chi ne assecura, o Lalage?
Cogli a le pure Muse tre rami di lauro e di mirto,
e al Sole eterno li agita.
Non da Peschiera vedi natanti le schiere de' cigni
giú per il Mincio argenteo?
da' verdi paschi dove Bianore dorme non odi
la voce di Virgilio?
Volgiti, Lalage, e adora. Un grande severo s'affaccia
a la torre scaligera.
Suso in Italia bella sorridendo ei mormora, e guarda
l'acqua la terra e l'aere.
fiore de le penisole.
Il sol la guarda e vezzeggia: somiglia d'intorno il Benaco
una gran tazza argentea,
cui placido olivo per gli orli nitidi corre
misto a l'eterno lauro.
Questa raggiante coppa Italia madre protende,
alte le braccia, a i superi;
ed essi da i cieli cadere vi lasciano Sirmio,
gemma de le penisole.
Baldo, paterno monte, protegge la bella da l'alto
co'l sopracciglio torbido:
il Gu sembra un titano per lei caduto in battaglia,
supino e minaccevole.
Ma incontro le porge dal seno lunato a sinistra
Salò le braccia candide,
lieta come fanciulla che in danza entrando abbandona
le chiome e il velo a l'aure,
e ride e gitta fiori con le man piene, e di fiori
le esulta il capo giovine.
Garda là in fondo solleva la ròcca sua fosca
sovra lo specchio liquido,
cantando una saga d'antiche cittadi sepolte
e di regine barbare.
Ma qui, Lalage, donde per tanta pia gioia d'azzurro
tu mandi il guardo e l'anima,
qui Valerio Catullo, legato giú a' nitidi sassi
il fasèlo britinico,
sedeasi i lunghi giorni, e gli occhi di Lesbia ne l'onda
fosforescente e tremula,
e 'l perfido riso di Lesbia e i multivoli ardori
vedea ne l'onda vitrea,
mentr'ella stancava pe' neri angiporti le reni
a i nepoti di Romolo.
A lui da gli umidi fondi la ninfa del lago cantava
Vieni, o Quinto Valerio.
Qui ne le nostre grotte discende anche il sole, ma bianco
e mite come Cintia.
Qui de la vostra vita gli assidui tumulti un lontano
d'api sussurro paiono,
e nel silenzio freddo le insanie e le trepide cure
in lento oblio si sciolgono.
Qui 'l fresco, qui 'l sonno, qui musiche leni ed i cori
de le cerule vergini,
mentr'Espero allunga la rosea face su l'acque
e i flutti al lido gemono.
Ahi triste Amore! egli odia le Muse, e lascivo i poeti
frange o li spegne tragico.
Ma chi da gli occhi tuoi, che lunghe intentano guerre,
chi ne assecura, o Lalage?
Cogli a le pure Muse tre rami di lauro e di mirto,
e al Sole eterno li agita.
Non da Peschiera vedi natanti le schiere de' cigni
giú per il Mincio argenteo?
da' verdi paschi dove Bianore dorme non odi
la voce di Virgilio?
Volgiti, Lalage, e adora. Un grande severo s'affaccia
a la torre scaligera.
Suso in Italia bella sorridendo ei mormora, e guarda
l'acqua la terra e l'aere.
Giosuè Carducci
sabato 22 giugno 2013
Buon compleanno Meryl Streep
E' una delle attrici che ammiro particolarmente.
Consiglio di guardare:
La mia Africa
Il diavolo veste Prada
La casa degli spiriti
Mamma Mia!
I ponti di Madison County
La seduzione del potere
Kramer contro Kramer
La donna del tenente francese
La scelta di Sophie
Il ladro di orchidee
Julie & Julia
Il dubbio
The Iron Lady
Consiglio di guardare:
La mia Africa
Il diavolo veste Prada
La casa degli spiriti
Mamma Mia!
I ponti di Madison County
La seduzione del potere
Kramer contro Kramer
La donna del tenente francese
La scelta di Sophie
Il ladro di orchidee
Julie & Julia
Il dubbio
The Iron Lady
venerdì 21 giugno 2013
mercoledì 19 giugno 2013
La pioggia nel pineto
Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove sui pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti,
piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggeri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t'illuse, che oggi m'illude,
o Ermione.
Odi? La pioggia cade
su la solitaria
verdura
con un crepitio che dura
e varia nell'aria secondo le fronde
più rade, men rade.
Ascolta. Risponde
al pianto il canto
delle cicale
che il pianto australe
non impaura,
né il ciel cinerino.
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancora, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.
E immensi
noi siam nello spirito
silvestre,
d'arborea vita viventi;
e il tuo volto ebro
è molle di pioggia
come una foglia,
e le tue chiome
auliscono come
le chiare ginestre,
o creatura terrestre
che hai nome
Ermione.
Ascolta, Ascolta. L'accordo
delle aeree cicale
a poco a poco
più sordo
si fa sotto il pianto
che cresce;
ma un canto vi si mesce
più roco
che di laggiù sale,
dall'umida ombra remota.
Più sordo e più fioco
s'allenta, si spegne.
Sola una nota
ancor trema, si spegne,
risorge, trema, si spegne.
Non s'ode su tutta la fronda
crosciare
l'argentea pioggia
che monda,
il croscio che varia
secondo la fronda
più folta, men folta.
Ascolta.
La figlia dell'aria
è muta: ma la figlia
del limo lontana,
la rana,
canta nell'ombra più fonda,
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su le tue ciglia,
Ermione.
Piove su le tue ciglia nere
sì che par tu pianga
ma di piacere; non bianca
ma quasi fatta virente,
par da scorza tu esca.
E tutta la vita è in noi fresca
aulente,
il cuor nel petto è come pesca
intatta,
tra le palpebre gli occhi
son come polle tra l'erbe,
i denti negli alveoli
son come mandorle acerbe.
E andiam di fratta in fratta,
or congiunti or disciolti
( e il verde vigor rude
ci allaccia i melleoli
c'intrica i ginocchi)
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggeri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
m'illuse, che oggi t'illude,
o Ermione.
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove sui pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti,
piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggeri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t'illuse, che oggi m'illude,
o Ermione.
Odi? La pioggia cade
su la solitaria
verdura
con un crepitio che dura
e varia nell'aria secondo le fronde
più rade, men rade.
Ascolta. Risponde
al pianto il canto
delle cicale
che il pianto australe
non impaura,
né il ciel cinerino.
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancora, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.
E immensi
noi siam nello spirito
silvestre,
d'arborea vita viventi;
e il tuo volto ebro
è molle di pioggia
come una foglia,
e le tue chiome
auliscono come
le chiare ginestre,
o creatura terrestre
che hai nome
Ermione.
Ascolta, Ascolta. L'accordo
delle aeree cicale
a poco a poco
più sordo
si fa sotto il pianto
che cresce;
ma un canto vi si mesce
più roco
che di laggiù sale,
dall'umida ombra remota.
Più sordo e più fioco
s'allenta, si spegne.
Sola una nota
ancor trema, si spegne,
risorge, trema, si spegne.
Non s'ode su tutta la fronda
crosciare
l'argentea pioggia
che monda,
il croscio che varia
secondo la fronda
più folta, men folta.
Ascolta.
La figlia dell'aria
è muta: ma la figlia
del limo lontana,
la rana,
canta nell'ombra più fonda,
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su le tue ciglia,
Ermione.
Piove su le tue ciglia nere
sì che par tu pianga
ma di piacere; non bianca
ma quasi fatta virente,
par da scorza tu esca.
E tutta la vita è in noi fresca
aulente,
il cuor nel petto è come pesca
intatta,
tra le palpebre gli occhi
son come polle tra l'erbe,
i denti negli alveoli
son come mandorle acerbe.
E andiam di fratta in fratta,
or congiunti or disciolti
( e il verde vigor rude
ci allaccia i melleoli
c'intrica i ginocchi)
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggeri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
m'illuse, che oggi t'illude,
o Ermione.
Gabriele D'Annunzio
martedì 18 giugno 2013
13- 30. Il cammino verso il colle illuminato dal sole.
Ma poi ch'i' fui al piè d'un colle giunto,
là dove terminava quella valle
che m'avea di paura il cor compunto,
là dove terminava quella valle
che m'avea di paura il cor compunto,
guardai in alto e vidi le sue spalle
vestite già de' raggi del pianeta
che mena dritto altrui per ogne calle.
vestite già de' raggi del pianeta
che mena dritto altrui per ogne calle.
Allor fu la paura un poco queta,
che nel lago del cor m'era durata
la notte ch'i' passai con tanta pieta.
che nel lago del cor m'era durata
la notte ch'i' passai con tanta pieta.
E come quei che con lena affannata,
uscito fuor del pelago a la riva,
si volge a l'acqua perigliosa e guata,
uscito fuor del pelago a la riva,
si volge a l'acqua perigliosa e guata,
così l'animo mio, ch'ancor fuggiva,
si volse a retro a rimirar lo passo
che non lasciò già mai persona viva.
si volse a retro a rimirar lo passo
che non lasciò già mai persona viva.
Poi ch'èi posato un poco il corpo lasso,
ripresi via per la piaggia diserta,
sì che 'l piè fermo sempre era 'l più basso.
ripresi via per la piaggia diserta,
sì che 'l piè fermo sempre era 'l più basso.
...La Divina Commedia, Canto primo, Inferno.
venerdì 14 giugno 2013
In India si dice che l'ora più bella è quella dell'alba,
quando la notte aleggia ancora nell' aria e il giorno non è ancora pieno,
quando la distinzione fra tenebra e luce non è ancora netta e per qualche momento l' uomo,
se vuole,
se sa fare attenzione,
può intuire che tutto ciò che nella vita gli appare in contrasto,
il buio e la luce, il falso e il vero non sono che due aspetti della stessa cosa.
Sono diversi, ma non facilmente separabili, sono distinti, ma non sono due.
Come un uomo e una donna, che sono sì meravigliosamente differenti, ma che nell' amore diventano Uno.
Tiziano Terzani
La Divina Commedia
Inferno
1-12. Smarrimento di Dante nella selva oscura.
Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita.
Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinova la paura!
Tant'è amara che poco è più morte;
ma per trattar del ben ch'i' vi trovai,
dirò de l'altre cose ch'i' v'ho scorte.
Io non so ben ridir com'i' v'intrai,
tant'era pien di sonno a quel punto
che la verace via abbandonai.
mercoledì 5 giugno 2013
...Puoi leggere, leggere, leggere, che è la cosa più bella che si possa fare in gioventù: e piano piano ti sentirai arricchire dentro, sentirai formarsi dentro di te quell'esperienza speciale che è la cultura ...
Pasolini
Pasolini
martedì 4 giugno 2013
Tutti nascono con qualche talento speciale ed Eliza Sommers
scoprì presto di possederne due: un buon naso e una buona memoria. Il primo le
servì per guadagnarsi da vivere e il secondo per potersene ricordare, se non
con precisione, almeno con la poetica vaghezza degli astrologi. Quel che si
dimentica è come se non fosse mai successo, e i suoi ricordi reali o illusori
erano talmente tanti che per lei fu come vivere due volte.
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